venerdì 17 aprile 2015

COAST TO COAST IN USA


Ecco il nuovo, ambizioso progetto di RABADANTOUR: questa estate, i Morandos al gran completo, realizzeranno un Coast to Coast in USA, da New York a Los Angeles, ma non a bordo di un'anonima Dodge, bensì su una vetusta AUTOBIANCHI 500 GIARDINIERA del 1971!
Mica pizza e fichi....
Per i dettagli, nei prossimi giorni vi aggiorneremo sullo stato delle cose; per il momento....stay tuned!

domenica 10 agosto 2014

And now, the end is near....

Anche nell'ultimo giorno di terra corsa non ci facciamo mancare le chicche: non sto parlando delle ninfette milanesi, bensí dell'ennesima sorpresa che renderà questo viaggio ancor più memorabile.

Il solito Gaston, gestore del Cyrnus (questo arresto forzato in pensione è stata la nostra fortuna...), mi ha suggerito un breve excursus nell'entroterra di Porto, sempre nelle vicinanze di Ota: a pochi chilometri, ci sono le Gorges de Spelunca ed in mezzo scorre il torrente che, in corrispondenza di un ponte 'genovese', crea delle anse, dove si dovrebbe poter fare il bagno.
Anse??? Circondate da una meravigliosa cornice montana, scopriamo splendide piscinette naturali, il nostro personalissimo Paradais (ok, ok, giancarlo NON è Phoebe Cates).
Siamo soli, non c'è nessuno...

               

Peccato non essersi attrezzati con taboulè & frutta, questo sarebbe stato un posto perfetto per il picnic.

Ripartiamo belli carichi e percorriamo l'ennesima strada panoramica (accidenti, sarà dura riabituarsi alla tangenziale...) che stavolta unisce Porto a Galeria; per la sua bellezza rivaleggia con le calanche, ma soprattutto il tratto spettacolare è molto lungo.
Ecco lo scollinamento sul Col de la Croix.


Ma ormai siamo in dirittura d'arrivo: gli ultimi, anonimi chilometri nella pianura che fiancheggia l'aeroporto di Calvi, il campeggio di Ile Rousse, dozzinale e colonizzato dagli italiani, l'ultimo bagno in un mare tiepido e meno spettacolare, il wifi del ristorante che non funziona e che non ci permette di inviare il report della tappa di ieri, tutto contribuisce a farci capire che siamo alla fine.

Ultimo giro di giostra, the last waltz: montiamo la tenda ancora una volta, ci concediamo un'ultima buona cena, sempre imbeccati dal mitico Routard e ci ritiriamo in cuccia, per approfittare della manciata di ore di sonno che ci separano dall'infilarci nel ferry giallo.


Rien ne va plus, les jeux sont faits, buonanotte.






La grande forza dell'ACI

Oggi ci aspetta un'altra giornatina poco poco intensa, anche se le attrazioni sono tutte nel raggio di circa 30-40 km.

Ricca colazione nell'auberge e poi go, prua sempre verso nord.

                  

Appena entrati nel paesino di Piana, incuriositi seguiamo un'indicazione per un mirabeau: come indicato da un cartello, quello che possiamo ammirare è patrimonio dell'Unesco: senza parole....



Dopo non so quante foto scattate, giancarlo sbuffa e così lasciamo questo eremo mozzafiato, scendendo lungo la strada che porta alla plage d'Arone dove facciamo un bel bagno rilassante; sembra non ci sia tanta gente ma è anche vero che la spiaggia è molto ampia e quindi viene evitata la Sindrome ligure (i bagnanti uno sopra l'altro), che piace tanto al turistame truzzo.


Riprendiamo la strada per risalire i 12 km e tornare a Piana e appena partiti, suddenly, si spezza il filo della frizione.
No panic: sono organizzato, so di avere con me il filo di ricambio, ma è anche vero che non so dove sia la frizione....
Ma la Vespa, come al solito, viene in aiuto agli imbranati come me: finisco gli ultimi 11 km in scioltezza poichè il cambio di questo scooter funziona anche senza frizione (chiaro che a lungo andare si rovinerebbe, ma intanto fallo con una moto moderna...) ed a Piana mi viene indicato un meccanico qualche km fuori paese.
Ed è qui che si manifesta l'Amore Cosmico Infinito che muove il mondo, è adesso che Giove si allinea con Marte, è qui che le mie vibrazioni positive incontrano quelle di Simone, un vignaiolo albese, che incontro in attesa davanti all'officina ancora chiusa (sono quasi le quattro, ma per i corsi, come a Ischia, "è ora di pranzo!").
Si vede subito che in passato ha truccato qualche motorino, perchè sa istintivamente dove mettere le mani, mi aiuta a sostituire il cavo (nel senso che io gli passo gli attrezzi....) ed in un quarto d'ora è tutto a posto.
 
                


Grazie ancora Simone (spero si sia trattato solo del bullone allentato), let the sunshine in!

E siamo di nuovo sur la route, e che route: passiamo per le famose Calanche, questi fantastici promontori in pietra dalla forma così suggestiva.


Arriviamo così a Porto che, come suggerisce il nome, non è altro che un ormeggio turistico per yacht.



Troviamo quindi posto nel tranquillo camping municipal, dove adulto + enfant + petite tente + moto dà la spaventevole somma di 16,40 euro...



Per la cena, il gestore della pensioncina ci ha suggerito Chez Marie, a Ota, un paesino su per i bric; praticamente, è come se, con campeggio a Bardonecchia, andassimo a mangiare a Beaulard.
Soddisfacente, ma nulla di più; inoltre dobbiamo sloggiare in fretta, per lasciare il tavolo libero ad altri avventori, poichè stasera, per chi ha prenotato, c'è cena + soirée musique (folk corso).
Il luogo, comunque, vale la trasferta.



Andiamo a nanna esausti ma molto, molto, molto rilassati....


PS: a proposito di musique, ho appena scoperto che domenica sera si esibirà Manu Chao a St.Florent; confesso, per un istante ho pensato di non lasciarmi sfuggire questa occasione e quindi di ritardare la partenza di un giorno.
Ma in fondo è meglio di no, non cambierò i miei piani per questo schifoso comunista frocio e filobasco; certo, se ci fosse stato il nostro Líder Maximo in bandana, accompagnato da Apicella ed i Tazenda locali allora sì che ci avrei fatto un pensierino; ma sfortunatamente sembra che il coglione sia in tournée a Cesano Boscone...
(mi sto involgarendo? Forse avete ragione, ma con certa gente il fioretto dell'ironia è sprecato; bisogna trattarla come i nazisti dell'Illinois.... https://www.youtube.com/watch?v=kuTHbawv1SM).



















sabato 9 agosto 2014

Right here, right now.

Grande, spettacolare, infinita giornata!
Doveva essere la tappa top (da ssogno...) del tour. Lo è stata.
Ecco il recit du jour.
Stamattina abbondante colazione con i vicini adottivi, scambio di mail, saluti ed abbracci.


È tempo di partire e ci interroghiamo su quale strada seguire; scartata la N196, troppo trafficata e banale, ci restano due alternative: la D757, con meno salite che però non si avvicina mai al mare e la spettacolare D155, poco più di una mulattiera.
Preoccupato per i saliscendi di quest'ultima, vengo rassicurato da Tiano (che trovo somigli in maniera impressionante a Jimmy il Fenomeno) con un fantastico argot: 'Nun ti inquiéta, la ruta grimpa 'n pó me sammarscia bene, sin sussí!!' (ne t'inquietes pas, la route grimpe un peu, mais ça marche bien, sans souci...). Un grande.



E cià resòn: la strada si inerpica dolcemente, senza troppe 'impennate', attraversando verdissimi pascoli per capre (questa zona è tipica per il suo formaggio, il broccio) e lasciando varchi improvvisi per scorci mozzafiato sulla costa.


La cavalcata con la Poderossa è divertente, curve e controcurve con gran pieghe (per quanto ce lo permetta una Vespa...) a velocità assolutamente da crociera; abbiamo tempo e possibilità di percorrerla doucement, arrestandoci ovunque si voglia per sgranchirci le gambe, per fare le foto e, perchè no, per un aperitivo.
Poco prima di Acqua Doria fanno capolino dopo ogni curva strani cartelli stradali: Connessione wifi? Xavier. Uno spuntino? Xavier. Un gelato rinfrescante? Xavier. Hai sete? Non ce l'avevo ma me l'hai fatta venire, Xavier...
E così scopriamo che Xavier è un bel bistrot di montagna, di quelli urfidi che piacciono tanto a noi, con un unico piatto in menù (c'è quel che c'è!), vecchi tavoli di legno levigati da migliaia di anisette, la cuoca brontolona ed il navigato, ruvido titolare.
Che fortunatamente ci prende tanto in simpatia, poichè il nostro copritenda lo fa ridere di gusto (ma proprio un fou rire!) e gli aperitivi ce li fa pagare la metà.
                

Ci spiace non fermarci per mangiare, perchè sono appena le undici e mezza (uno scopone in attesa di pranzo? Xavier.....).

Poco prima di Porticcio, però, sostiamo per una pappa pantagruelica: grazie alla gentile demoiselle dell'ufficio del turismo, scopro che esiste una sorta di cintura nera di cozze&frites e poichè sono due giorni che giancarlo me li chiede, vualà, ci fermiamo da Gaston.
Allontanate i bambini ma soprattutto, se fate questo esperimento a casa, abbiate cura di avere sempre accanto un dietologo: Gianca ha preso cozze con chorizo, peperoni, cipolle ed aglio, mentre io le ho abbinate a pancetta, funghi e salsa chili.



Lo dico subito: abbiamo vinto, ma è stata dura, molto dura, ed alla fine lo gnomo sborone era provato, molto provato...

           

On the road again....burp....


Viste le precedenti esperienze con le città corse, arriviamo ad Ajaccio molto prevenuti.....errore!
Chiaro che la periferia è squallida e piena di anonimi casermoni, ma il centro storico invece testimonia un passato 'colonico', molto accattivante.

         

Visto? Mai dare nulla per scontato, contento di essere stato smentito.


Che si fa ora? È presto per cercare una sistemazione, abbiamo il culo ancora 'fresco' e siamo ancora 'caldi' (nell'accezione live di Madonna) per rouler en Vespà: bon, on y va, direction Cargese e poi si vedrà.

Ci arriviamo un po' 'lunghi', alle sette di sera, cottissimi per l'interminabile, intensissima giornata; inoltre la ricerca della solita sistemazione notturna sauvage è infruttuosa poiché pas de campings da qui a Porto, che dista ancora un'ora di strada...
Ci arrendiamo: stasera pensioncina.
Ne troviamo una veramente graziosa, chiaramente conseillée par le Routard, ad un costo contenuto.

Cena con passeggiata digestiva al porticciolo da cartolina e poi la nanna in un letto vero: tüt n'aut ciulé....


               

Buonanotte a tutti.
Rabadan.

PS: Pagherei qualsiasi cifra per essere qui, adesso.

Lo Zen (o l'arte dell'ottimizzazione vespasiana)

Piccolo excursus tecnicorganizzativo, per illustrare come io e giancarlo abbiamo sistemato la Poderossa, in allestimento wild trip:


Due borse: una per i vestiti, più leggera, vincolata al portapacchi posteriore insieme alla tenda, ed una sul portapacchi anteriore attaccata insieme ad uno dei materassini, con tutto il resto (scarpe, ombrellone, asciugamani, libri, accessori per lo sport, saccolenzuolo, coperte, secondo materassino...).

Appena partiti, la Vespa è quindi ben organizzata, 'pettinata', ma poi, on the way, altre necessità obbligano a variare un po' l'assetto; e la Vespa ti viene incontro...
Al mattino si parte col bucato appena fatto e quindi bagnato: no problem, si stendono canotte e pantaloncini sulla borsa davanti 


e biancheria intima sugli elastici dietro (vessillo della Repubblica delle Mutande!)

                           

Lo spazio tra scudo e portapacchi anteriore sembra poi studiato apposta per integrare perfettamente  la bottiglia d'acqua da 1,5 lt, indispensabile per le seti improvvise in mezzo alle montagne corse.

                 

Infine, una cartina pinzata sotto gli elastici, costituisce un antiquato ma sempre efficace road book: da consultare in tempo reale (anche se quando lo fai è chiaro che ti sei perso; quindi battersene il culo, bevendoci su un Ricard...).


Voilà.